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Data democratization: alfabetizzazione e governance, oltre il semplice accesso ai dati

Democratizzazione dei dati: per restare competitivi occorre costruire una solida cultura del dato, che non è semplice opportunità di accedere alle informazioni. Parte dal ripensamento della governance e da strategie mirate di Data Literacy e responsabilizza tutti gli attori presenti in azienda

Le varie definizioni di data democratization hanno in comune il tema di un accesso ai dati libero, rapido e semplice e l’obiettivo di consentire a tutti i team, indipendentemente dal loro know-how tecnico, di utilizzare informazioni aziendali critiche per prendere decisioni informate autonomamente. Il dato quindi diventa patrimonio diffuso, non più soltanto dei tradizionali depositari, quali dirigenti, analisti o responsabili marketing. Un modello che aumenta la maturità analitica e la capacità di business intelligence, in uno scenario in cui oltre il 99% delle aziende investono in Big Data (Forbes) ma il 72% non ha ancora creato una cultura basata sui dati (CF0, 2019). 

Se il 72% dei decisori globali sul tema analisi dei dati riporta che la propria azienda sta implementando reportistica e analisi self-service (Forrester’s Data And Analytics Survey, 2022), lo sforzo è ancora limitato: solo il 26% tra gli stessi decisori globali ritiene che prendere decisioni aziendali più informate sia un vantaggio fondamentale per la propria organizzazione o azienda. Una cultura del dato basata su acquisizione, democratizzazione e circolazione del dato, dove ogni attore può avvalersi delle informazioni acquisite per applicare i dati alle proprie attività di business, può trasformare radicalmente il modo in cui funzionano le aziende. Già il 100% dei decisori senior di analisi a livello avanzato e il 93% a livello intermedio si sono resi conto della necessità di investire nella cultura del dato. Se osserviamo le aziende più piccole, il dato cala significativamente (solo il 58% degli intervistati presso aziende* di livello meno avanzato ha intenzione di avviare o ha già intrapreso azioni in questo senso).

Cultura, perché democratizzazione dei dati non identifica il mero accesso ai dati: si tratta di un processo continuo, che richiede un vero e proprio cambiamento culturale, a tutti i livelli dell’organizzazione. Parte di questo processo è l’alfabetizzazione dei dati (Data Literacy) definita da Gartner come la capacità di leggere, scrivere e comunicare i dati in un determinato contesto, di comprendere le fonti e i metodi delle tecniche di analisi applicate, di descrivere i casi d’uso, le applicazioni e i valori che ne risultano. Entro il 2023, l’alfabetizzazione dei dati diventerà una componente essenziale per promuovere il valore aziendale, come dimostra la sua inclusione, da parte dei decisori, in oltre l’80% delle strategie di dati e analisi e dei programmi di gestione del cambiamento. Una manovra indispensabile per le aziende digitali, destinate a non riuscire a competere o addirittura a fallire entro il 2025 se non adotteranno un approccio nuovo alla governance e all’analisi dei dati. La modernizzazione degli stack tecnologici e la migrazione al cloud, senza una cultura basata sui dati, non saranno sufficienti.

Come creare la cultura della democratizzazione del dato?

Prima di tutto l’accesso: anche i non specialisti all’interno di un’azienda o organizzazione devono poter fare riferimento ai dati, un processo che può essere reso più agevole grazie a strumenti di analisi come i tool di Data Catalog, Data Virtualization, Data Visualization, CRM. 

In secondo luogo, l’interpretazione: l’obiettivo non è solo mettere a disposizione dei team l’accesso a determinati dati, ma anche mettere i team stessi nella condizione di capire quali risorse potrebbero essere realmente utili per la pianificazione delle proprie attività. Il tipo di dati necessari ad ogni team rispecchia i bisogni essenziali: se i team di prodotto hanno l’esigenza di valutare i dati per creare feature e funzionalità di successo, i team dedicati al supporto richiedono i dati in grado di permettere una risoluzione più rapida di task e incidenti; il reparto marketing deve creare contenuti accattivanti individuando quelli con un miglior tasso di conversione; i team sales sono avvantaggiati dai dati che identificano i potenziali mercati promettenti, i clienti fidelizzati e quelli da acquisire. La democratizzazione dei dati quindi non può essere semplicemente una messa a disposizione dei dati disponibili: deve incoraggiare il modo in cui questi diventano comprensibili e fruibili anche alle figure non esperte nell’analisi, fino a renderle autonome e fiduciose nell’utilizzarli quotidianamente.

Terzo punto, la governance: per i CFO la sfida è mantenere un equilibrio tra la gestione delle informazioni riservate e una svolta decisa rispetto a un atteggiamento tradizionale di “chiusura”, in un processo che consenta l’uso sicuro dei dati da parte di tutti gli attori. L’aspetto della sicurezza comprende l’implementazione di policy snelle ma solide, appropriate alle varie forme di condivisione dei dati.

La sfida principale per superare i limiti delle strategie di governance aziendali obsolete è raggiungere un livello di maturità tale per cui la governance dei dati diventa uno scenario non solo organizzativo, ma anche culturale

Riservatezza dei dati, rispetto dei requisiti normativi e principi etici devono coniugarsi con soluzioni di software e servizi avanzati che aiutino a gestire e valutare le policy e i protocolli utilizzati per accedere alle metriche e metterle a valore.

Secondo la definizione di Forrester, la governance dei dati deve quindi includere strumenti per la definizione della qualità del dato, per il controllo della compliance, per la valutazione della gestione dei rischi in termini di sicurezza: la governance del dato come processo che si occupa del ciclo di vita end-to-end del dato, a maggior ragione se viene facilitato l’accesso a tutti gli attori dell’azienda.

Data democratization: le azioni e le buone pratiche da implementare

Per lo studio di Alteryx, il paradosso è chiaro: su oltre il 99% delle aziende che investono in Big Data e AI, solo il 24% di queste si basa sui dati (fonte Forbes). Quali azioni dunque si possono implementare per la costruzione di una cultura democratica del dato in azienda? 

Adottare soluzioni di governance dei dati supportate da tecnologie come l’AI può guidare un percorso per un miglior utilizzo dei dati nelle aziende, migliorare il livello di alfabetizzazione dei dipendenti, incentivare la collaborazione e aumentare il senso di responsabilizzazione individuale rispetto a una gestione corretta delle informazioni.

La democratizzazione dei dati non può che nascere da una cultura basata sui dati e orientata a creare valore

Secondo Forrester, il mercato delle soluzioni per la governance dei dati si sta evolvendo insieme alle necessità concrete delle imprese: se tradizionalmente la governance si concepiva come un insieme di azioni di operatività pura, con la diffusione di leggi sulla privacy e sulla protezione dei dati, come il GDPR in Europa, oggi l’ambito della governance dei dati si è ampliato per includere privacy e sovranità, ed è diventato un fattore incisivo sulle relazioni dell’azienda non solo con le autorità che regolamentano la privacy: da una questione operativa a un argomento che include anche il tema della fiducia

Lo scenario si amplia ancora con la democratizzazione dei dati e l’uso di questi ultimi per il miglioramento del processo decisionale aziendale.

Per iniziare, il percorso può prevedere 4 fasi:

sensibilizzazione, con la valutazione del livello di maturità dell’azienda e le pratiche di coinvolgimento di tutti gli attori sul tema della democratizzazione del dato; preparazione – un momento in cui si definisce la visione e la strategia e si individuano le sfide di maggiore impatto sull’azienda – esecuzione e sostegno, con il monitoraggio dei risultati ottenuti e mantenimento dell’entusiasmo e dello slancio iniziale.

Tra le best practice da mettere in campo:

  • adozione di soluzioni software con interfacce utente semplici e intuitive, per migliorare archiviazione e rilevabilità dei dati e consentire a tutti di maneggiarli con fiducia;
  • scelta di strumenti flessibili, in grado di evolversi in base al livello di alfabetizzazione raggiunto e all’avanzamento della tecnologia e delle infrastrutture;
  • stimolazione della raccolta di casi d’uso, somministrazione di sondaggi sull’utilità di dati per determinate attività
  • sessioni formative, lezioni, TED Talk, eventi e conferenze sull’impatto della trasformazione digitale, sull’automazione e sull’analisi, per migliorare le competenze di tutti;
  • coinvolgimento dei dipendenti nel processo, con attività di gamification come le sfide hackathon e momenti che aiutino a stimolare l’interesse verso il tema della cultura del dato.

I vantaggi della democratizzazione dei dati

Democratizzazione dei dati significa quindi accelerare l’innovazione all’interno dell’azienda e migliorare i processi decisionali da parte di tutte le figure, non solo della board dei dirigenti. Tra i vantaggi che si possono osservare:

  • una visione più completa delle esigenze di clienti e partner; chiarezza e trasparenza sui dati condivisi dai vari reparti possono aiutare ad anticipare sfide e nuovi bisogni,
  • meno burocrazia e flussi semplificati, miglioramento delle prestazioni e del ROI,
  • miglioramento del processo decisionale in tempo reale,
  • rapporti con i clienti, più trasparenti e soddisfacenti: condividere i dati su determinati servizi può aiutare anche i clienti a prendere decisioni e aumentare la fiducia reciproca,
  • aumento dell’attrattività dell’azienda e sviluppo di un ambiente che evolve al passo con i tempi del mercato tech,
  • engagement dei dipendenti, che diventano più autonomi, più sicuri e più soddisfatti e
  • sviluppo parallelo di una cultura della governance e della sicurezza dei dati all’interno e all’esterno dell’azienda.

*Forrester, Data And Analytics Survey, 2021

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