Il patrimonio culturale rappresenta una ricchezza inestimabile per molti paesi, spesso è definita “il petrolio” di una nazione. Esempio lampante ne è l’Italia che, oltre a detenere il record di beni naturali e culturali riconosciuti come patrimonio dell’umanità, ha un territorio coperto per il 46,9% da aree di particolare valore, soggette a speciali regole di protezione regolate dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Il turismo culturale, che spesso di avvale delle più recenti tecnologie, manifesta sempre più la richiesta di mezzi di fruizione innovativi in grado di far vivere vere e proprie esperienze immersive. Tuttavia, il rapporto tra il patrimonio culturale e le tecnologie della comunicazione è da sempre un tema complesso e spesso controverso. L’adozione precipitosa di nuove tecnologie nei luoghi culturali può portare alla proposta di dispositivi che, invece di migliorare l’esperienza dei visitatori, la appesantiscono.
La soluzione alla questione è la trasformazione dei luoghi culturali in strumenti dinamici di conoscenza e crescita, accessibili a tutti, che non perdano la loro essenza, ma continuino ad offrire esperienze autentiche e fisiche avvalendosi della potenza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) per contestualizzare in modo approfondito il “bene”.
Le tecnologie ICT, infatti, possono rendere immediatamente accessibili informazioni e contesti altrimenti difficili da reperire, trasformando l’approccio del pubblico alle opere culturali. Attraverso l’interattività, in particolare, è possibile fornire risposte approfondite alle domande dei visitatori sulle opere e aumentare il loro coinvolgimento.
Questo nuovo paradigma mette al centro il visitatore, la conoscenza e le modalità di fruizione. È possibile coinvolgere il visitatore offrendo esperienze entusiasmanti e informative e restituendogli un ruolo attivo grazie all’adozione di tecnologie e strategie mirate. Consentirgli di partecipare attivamente a nuove esperienze di conoscenza, il visitatore diventa visit-attore.
Le tecnologie multimediali e quelle immersive utilizzate, come la realtà virtuale e aumentata e le esperienze multisensoriali sono infatti gli strumenti in grado di stimolare l’esperienza di visita e di ridurre il divario tra luoghi culturali e visitatori.
Tre sono le fasi della nuova experience:
- Pre visita: tramite l’anticipazione dei contenuti è possibile stimolare l’interesse prima ancora di giungere fisicamente sul luogo, impiegando tecnologie, come la realtà virtuale a 360 gradi, per avviare l’esperienza prima della visita effettiva.
- Durante la visita: tecnologie ICT vengono impiegate durante l’esperienza in loco, rendendola memorabile e coinvolgente attraverso aspetti di edutainment e gamification.
- Post visita: per mantenere vivo l’interesse dei visitatori dopo l’esperienza, è possibile inviare contenuti extra o offrire ulteriori informazioni per l’approfondimento.
Oltre a trasformare il ruolo del visitatore, le tecnologie dell’ICT sono in grado di valorizzare, tutelare e migliorare la conservazione del patrimonio culturale di uno o più luoghi.
Le tecnologie della sensoristica, ad esempio, possono essere utilizzate per monitorare costantemente lo stato i beni culturali, rilevando eventuali danni o deterioramenti, quella della realtà mista per creare modelli digitali dei beni culturali da utilizzare per scopi di ricerca, educazione e formazione o per creare ambienti virtuali in cui i visitatori possono interagire con i beni culturali in modo sicuro e rispettoso e quelle della sicurezza informatica per proteggere i beni culturali da attacchi informatici.
Non solo un arricchimento della visitor experience, ma la preservazione e valorizzazione di un patrimonio culturale condiviso, un lascito alle generazioni future sempre più accessibile e immersivo.
