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Open Government, Open Data e Centri per l’impiego


Lo scenario economico e produttivo, nel contesto nazionale ed internazionale, è in continua evoluzione ed i servizi per l’impiego pubblici sono chiamati a costanti sfide dettate dalle mutate esigenze espresse da cittadini ed imprese.

In tale quadro, è oggi sempre più fondamentale creare modelli efficienti per la gestione del mercato del lavoro che recepiscano le modifiche operative definite dalle più recenti norme non solo in materia di lavoro, formazione ed istruzione, ma anche in ambito di semplificazione amministrativa e della PA. Tali modelli devono inoltre essere in grado di migliorare la qualità dei servizi erogati, la loro efficacia e la loro efficienza, anche per tener testa ai servizi privati, in continua competizione con i Centri per l’Impiego e garantire l’innovazione del mercato del lavoro, non solo con l’utilizzo di strumenti e servizi digitali all’avanguardia, ma anche con metodologie che migliorino la circolazione delle informazioni e sostengano le nuove idee e le start up di impresa. 

Un processo di ottimizzazione e miglioramento, quindi, che deve focalizzare l’attenzione sugli strumenti, sulle tecnologie e sull’innovazione per migliorare la competitività del sistema paese. Il primo passo è l’applicazione del paradigma dell’Open government, un modello di governance a livello locale che punta ad aumentare l’efficienza e l’efficacia delle pubbliche amministrazioni attraverso l’applicazione di tre pilastri: trasparenza, partecipazione e collaborazione. 

In particolare l’Open government prevede che tutte le attività dei governi e delle amministrazioni dello stato siano aperte e disponibili per favorire azioni efficaci e garantire un controllo pubblico sull’operato. Si tratta di un modello che richiede a enti e istituzioni pubbliche di ripensare gli schemi operativi e i processi decisionali consolidati, in particolare rispetto a modalità e strumenti con cui viene curata la relazione con il cittadino. Gli open data sono lo strumento per assicurare l’accessibilità delle informazioni pubbliche, dati accessibili a tutti, messi a disposizione da Pubbliche Amministrazioni o aziende private che possono essere riutilizzati per diversi scopi.  I dati amministrativi, ad esempio, se gestiti come open data e in un’ottica di open government, possono costituire fonti importanti di conoscenza sulle dinamiche del mercato del lavoro locale, utili ai centri per l’impiego, ma non solo. 

Il concetto di Open Data è comunque legato al pilastro dell’open government della trasparenza: in questo contesto non significa solo rendere pubbliche le statistiche o le informazioni aggregate dei servizi per l’impiego (es: i dati derivanti dalle analisi dell’Osservatorio del Mercato del Lavoro), ma anche – e soprattutto – il “dato grezzo”, non trattato o modificato, secondo standard e metodologie che consentono di esporre sul web, nel rispetto della privacy, dati strutturati tali da permettere ad applicazioni software di leggerli, utilizzarli e combinarli automaticamente. 

In questo scenario chiunque (enti pubblici, privati, aziende, ecc.) potrebbe sfruttare i set di open data disponibili, eventualmente integrandoli, per creare software ed applicazioni in grado di rendere fruibili alla collettività conoscenze e informazioni aggregate, capaci di favorire percorsi ragionati di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. 

Una possibile suite di strumenti basata su set di open data che consente di avere informazioni intelligenti e mirate relative al mercato del lavoro e della formazione nel territorio, può riguardare: 

Andamento delle professioni: ovvero informazioni che consentano di evidenziare il trend occupazionale di una determinata professione (in termini di assunzioni e cessazioni) nell’ambito di una specifica area territoriale. Si tratta di pubblicare, ad esempio, dataset relativi alle Comunicazioni Obbligatorie, con le quali il cittadino potrà esaminare le serie storiche ed effettuare il confronto tra più professioni. 

Offerta lavorativa e formativa: ovvero informazioni relative alle opportunità lavorative e ai corsi di formazione e corsi FSE organizzati nell’ambito della Regione e in via di attivazione. 

Incrocio domanda e offerta: ovvero informazioni che consentano, attraverso l’utilizzo di strumenti utili per interpretare le dinamiche di sviluppo del mercato del Lavoro, di suggerire l’orientamento sui futuri sviluppi e sbocchi professionali al fine di favorire il dialogo fra soggetti in cerca di lavoro e aziende 

Si denoterebbe così un impatto rilevante nell’economia regionale: un’efficace elaborazione e aggregazione delle informazioni del mercato del lavoro e della formazione, risulterebbe utile per ridurre l’incertezza di chi deve prendere decisioni strategiche che riguardano la propria vita professionale, la strategia aziendale, o la governance di un territorio.

La PA, incrociando gli Open data pubblicati da altri enti, potrebbe inoltre ampliare la gamma di informazioni e servizi resi a cittadini e aziende. Ad esempio, se si incrociassero i dati di un’offerta di lavoro con il costo della vita in un dato territorio (es: affitto casa, costo e diffusione servizi di mobilità pubblica, stipendio medio alle stesse condizioni contrattuali, ecc.), il cittadino avrebbe l’opportunità di valutare autonomamente la congruità e la convenienza stessa dell’offerta, decidendo quindi di candidarsi o valutare un’altra opportunità più redditizia o, semplicemente, più giusta. L’azienda, d’altro canto, potrebbe al tempo stesso ritarare la propria offerta sulla base dei parametri effettivi espressi dal territorio e quindi diversificare la propria proposta sulla base di quelle che sono le caratteristiche minime richieste dai lavoratori. Un processo virtuoso, quindi, che avvicinerebbe domanda e offerta, garantendo una parità di trattamento e tutela non solo definita dal settore produttivo o dal contratto di lavoro applicato, ma anche dalle caratteristiche oggettive che il territorio di applicazione esprime.

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