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App legacy-based e SaaS: rischi, opportunità e Twelve Factor App

Dal legacy-based al SaaS di qualità?

Oggi non è scontato migrare da una tecnologia Legacy-based al SaaS di qualità, perché non si tratta di semplice ‘trasloco’ di una applicazione su server esterni: si rischiano ad esempio episodi di data breach e bisogna garantire comunque la sicurezza dei dati, la continuità del servizio, l’efficienza degli applicativi e la qualità nell’assistenza. Non ci sono scorciatoie.

In cloud le nuove esigenze aumentano ogni giorno ancor più con l’ascesa del lavoro flessibile e la digitalizzazione delle PA: le soluzioni SaaS sono aumentate rapidamente fino a diventare uno dei modelli di distribuzione del software più utilizzati. Tuttavia, costruire un’applicazione Software-as-a-Service richiede attenzione perché rimane necessario definire ogni processo con la massima precisione, dalla codifica alla distribuzione alla gestione dei database e garantendo un’elevata scalabilità e performance di elaborazione e fruizione. Anzi, ora più di prima non ci sono scuse: è indispensabile un framework solido che mantenga i servizi in linea con i requisiti del progetto e consenta di sviluppare un’applicazione resiliente, scalabile e manutenibile seguendo principi di sviluppo software robusti. Uno di questi framework, bozzetti, serie di linee guida o regole è chiamato Twelve Factor App. È possibile fare SaaS di qualità, ma servono nuovi approcci come la Twelve Factor APP.

La libertà offerta da SaaS ed il modello Twelve Factor App

Le organizzazioni innovative hanno quindi, abbandonato l’approccio ‘on-premise-alone’: gli early adopter del SaaS, sono in primis le grandi organizzazioni finanziarie ed assicurative che hanno capito che non perdevano sicurezza rispetto ai dati e risparmiavano nei costi per le infrastrutture, la manutenzione, l’obsolescenza tecnologica. Il SaaS è un approccio ideale ma servono metodi di sviluppo ad esso coerenti. Il nuovo focus è sì, esternalizzare il carico di tutto quello che è l’infrastruttura, per consentire ad ognuno di focalizzarsi sulla propria missione di business, se privati, e di servizi, se pubblici. Quando si sceglie un modello operativo SaaS, non è necessario acquistare l’hardware o concedere in licenza il software; si paga un prezzo mensile affinché un provider cloud fornisca il software su Internet, utilizzando i loro data center, sui loro server e sono essi responsabili di assicurarsi che funzioni in ogni momento. I prezzi mensili dei piani variano, ma nella maggior parte dei casi una piattaforma SaaS consente di risparmiare denaro alle aziende ben oltre il 70% rispetto al caso on-premise (patch di sicurezza, manutenzione regolare, aggiornamenti, tutto è incluso nell’abbonamento mensile). Per raggiungere questo obiettivo (SaaS) tuttavia, è raccomandato sfruttare metodologie innovative di sviluppo che consentano efficacemente la remotizzazione dei servizi e dei dati: la twelve factor app minimizza tempi e costi di ingresso, consente un interfacciamento efficiente con il sistema operativo della SaaS, massimizza la concertazione dello sviluppo ed abilita il continuous deployment per una massima “agilità” oltre che garantire la scalabilità del sistema. La metodologia twelve factor app può essere applicata a ogni software, scritto in qualsiasi linguaggio di programmazione, che faccia uso di servizi complessi, di grandi database (Big Data) che gestisca estesi cache con servizi always on al pubblico.

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Sam Minelli
Project Manager R&D – GruppoMeta (Gruppo ETT)
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