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PNRR e PA digitale: il futuro è in Cloud

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) è il documento che il governo italiano ha predisposto per illustrare alla Commissione europea come il nostro paese intende investire i fondi che arriveranno nell’ambito del programma Next generation Eu.

Grande attenzione è dedicata al tema della transizione digitale. Ben il 27% delle risorse totali del Piano sono dedicate ad essa: da un lato sono previsti interventi per le infrastrutture digitali e la connettività a banda ultra larga, dall’altro interventi volti a digitalizzare la Pubblica Amministrazione.

Oltre 6 miliardi di euro sono destinati a trasformare la PA in chiave digitale. Un importo ingente che viene messo a disposizione dal Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri attraverso 14 misure. Tra queste figurano lo Sportello Digitale Unico; l’accessibilità dei servizi pubblici digitali; l’adozione degli strumenti PagoPA, App Io e Identità digitale; il supporto alla migrazione in Cloud.

Quest’ultimo punto è di forte interesse in quanto una strategia Cloud nazionale – applicata quindi a tutte le amministrazioni – porterebbe a una digitalizzazione del comparto pubblico, a totale beneficio del sistema produttivo e dell’innovazione del Sistema Paese.

L’investimento per la migrazione in Cloud prevede la realizzazione di un programma di supporto, finalizzato a trasferire basi dati e applicazioni, con particolare attenzione al percorso di migrazione delle amministrazioni locali; vanno considerati infatti anche i piccoli Comuni che non sono ancora maturi digitalmente per accompagnarli nel percorso di trasferimento dati.

Mediante l’approccio cloud first, la strategia intende favorire l’adozione sicura e controllata delle tecnologie cloud da parte del settore pubblico, in linea con i principi di tutela della privacy e con le raccomandazioni delle istituzioni europee e nazionali; la PA potrà rispondere in maniera organizzata agli attacchi informatici, garantendo continuità e qualità nella fruizione di dati e servizi. Tra le sfide c’è quindi quella di assicurare l’autonomia tecnologica del Paese e aumentare la resilienza dei servizi digitali.

La strategia, in particolare, si sviluppa lungo tre direttrici che gli enti dovranno seguire per sviluppare soluzioni di migrazione al cloud.

Innanzitutto, l’ampio spettro dei servizi Cloud disponibili deve essere adottato in modo regolamentato così da mitigare i rischi: dati e servizi vanno classificati sulla base del danno che una loro compromissione provocherebbe al sistema Paese.

L’acquisizione di servizi Cloud da parte delle pubbliche amministrazioni avviene, poi, mediante procedure di acquisto che devono essere flessibili e valutare gli effettivi rischi tecnici e organizzativi connessi al servizio.

Da ultimo, viene realizzata una nuova infrastruttura informatica a servizio della PA localizzata sul territorio nazionale. Il Polo Strategico Nazionale ha infatti l’obiettivo di dotare la PA di tecnologie e infrastrutture Cloud in grado di garantire affidabilità, resilienza e indipendenza. Per garantire adeguati livelli di continuità operativa e contrasto ai guasti, il PSN viene distribuito geograficamente sul territorio nazionale.

Obiettivo del PSN: portare il 75% delle PA italiane a utilizzare servizi in cloud entro il 2026; migreranno sul Polo Strategico Nazionale i dati e servizi considerati critici e strategici.

Non sono progetti astratti o futuristici. La PA digitale è già una realtà. Il 2021 è stato l’anno dei record per l’amministrazione digitale, complici le nuove modalità di accesso ai servizi pubblici. Sono cresciute infatti le identità Spid attivate e le carte d’identità elettronica (Cie) rilasciate: sempre più persone accedono ai servizi online pubblici e privati utilizzando l’identità digitale. Nel 2021 sono state attivate quasi 12 milioni di nuove identità digitali Spid, per un totale di 27,4 milioni di utenze rilasciate. Il numero di autenticazioni tramite Spid è quasi quadruplicato nel 2021, raggiungendo quota 570 milioni rispetto alle 144 milioni del 2020. Nel 2021 oltre 4.500 enti pubblici hanno attivato l’autenticazione tramite Spid (+223% rispetto al 2020).

Sono 22 milioni invece le autenticazioni con Cie, in significativo aumento rispetto al 2020; e cresce anche l’utilizzo dell’App IO, scaricata 24,5 milioni di volte, con 1 milione di download mensili e più di 6 milioni di utenti in media. Oggi sull’applicazione sono disponibili 77mila nuovi servizi, il 98% del totale fornito dai Comuni.

E ancora, i Comuni che hanno aderito alla piattaforma PagoPa nel 2021 sono il 99,4% del totale. Le transazioni dei Comuni hanno registrato un incremento costante durante tutto il 2021, con un totale di quasi 23 milioni di transazioni andate a buon fine (+143% rispetto al 2020).

Sono tutti i numeri del 2021 comunicati dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione.

Numeri che fanno ben sperare nel superamento del digital divide e in una maggiore equità per cittadini e imprese nell’accesso ai servizi digitali.

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