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Letteratura, cinema, nuovi linguaggi: Dante e il Purgatorio

Riflessioni di un dantista e storyteller

Si racconta che un giorno Jacqueline Risset abbia chiesto a Federico Fellini:

«Farai qualcosa su quell’amico mio, che è anche un amico tuo?». Il terzo elemento di quel trio di artisti, l’”amico” tanto amato dal regista, era Dante.

«La Divina Commedia in film? Non lo farò mai», rispose Fellini, «per una ragione semplice: questo film, Dante lo ha già fatto. È un visivo così geniale, così preciso attraverso le parole, che non vedo quale senso potrebbe avere il fatto di aggiungergli delle immagini».

Tale consapevolezza non impedì al regista di dedicarsi ad un film intriso di dantismo come “Il viaggio di G. Mastorna”, le cui atmosfere oniriche e surreali rimasero però a copione, senza mai dare vita al “film non realizzato più famoso della storia del cinema” (V. Mollica).

Come la “pantera” “di cui si avverte ovunque l’odore e non si manifesta in nessun luogo” (scriveva Dante riferendosi al volgare italiano) così la Divina Commedia nel Cinema lascia tracce di sé lungo i decenni che raramente giungono a un approdo concreto riscontrabile in un prodotto cinematografico unitario. Eppure l’interesse per l’opera non manca sin dalle origini, considerando che il primo lungometraggio prodotto in Italia fu proprio “L’inferno” della Milano Films, del 1911, lo stesso anno in cui vide la luce l’omonimo corto della Helios Film, in una corsa serrata sul tempo con la concorrente.

Nel secolo a seguire, quello che era stato il primo “pensiero” del Cinema italiano smise di avere seguito: salvo qualche film dedicato a singoli episodi (Il Conte Ugolino, 1908, 1949; Francesca da Rimini, 1910; Pia de’ Tolomei, 1910, 1941, 1958) o con inserti e citazioni dantesche (“Dante’s Inferno”, 1924, 1935, per citare almeno i due casi omonimi della Fox) non vi fu più alcun tentativo sistematico di riprodurre le tre cantiche dantesche, neanche singolarmente. Se da un lato questo può destare stupore (in quanto risulta sorprendente stimare che il cinema non abbia mai tentato la realizzazione di un film integrale relativo all’opera più importante della nostra letteratura), dall’altro appare comprensibile, coerentemente con la difficoltà della materia e con le riflessioni felliniane sull’inarrivabile icasticità della poesia dantesca.

La consapevolezza generata da queste premesse ha costituito la base del lavoro intrapreso da ETT, gruppo SCAI, in occasione delle celebrazioni dantesche (2021), che ha visto nascere un cortometraggio sulla prima cantica: “La Divina Commedia VR: l’inferno un viaggio immersivo”, con la regia di Federico Basso, in collaborazione con la West46 Films, coniugando riprese dal reale e CGI.

La novità costituita dall’operazione è doppia, in quanto oltre alla realizzazione di un prodotto audiovisivo in lineare sui canti della Commedia, ETT ricrea il mondo dantesco in Realtà Virtuale, invitando lo spettatore a muoversi nelle atmosfere infernali con un’immersione a 360°: non “guardiamo” più l’inferno, ma vi entriamo dentro.

Si tratta inoltre della prima produzione interna all’azienda, che da “provider” diviene “producer”, aprendosi a nuovi mercati con una scommessa orientata alla cultura e alla didattica. Il successo dell’inferno ha trovato seguito ne “La Divina Commedia VR: il Purgatorio, un viaggio immersivo”, secondo capitolo della serie dantesca, presentato in anteprima il 30 novembre presso il Torino Film Festival, in diretta dalla pagina LinkedIn di Rai Cinema, e in distribuzione da RAI sia sul canale VR, che su RaiPlay nei prossimi mesi. La regia è di Federico Basso, da un’idea di Adele Magnelli e un intenso lavoro di gruppo delle professionalità ETT. Come nell’Inferno, le musiche originali sono di Marco Morini, così come la voce di Francesco Pannofino, che alla luce dei numerosi e recenti progetti danteschi (ad es. per il Museo Casa di Dante) viene sempre di più associata a quella del poeta. Il Purgatorio costituisce un’evoluzione nell’uso delle tecnologie e delle tecniche di ripresa, come ad esempio quella della motion capture, che ha permesso di inserire e movimentare intere folle di anime espianti.

Il lavoro di ETT, oltre a restituire un’immagine ad alcuni episodi della Commedia, vanta il merito di aver favorito la spettacolarizzazione senza nulla sottrarre agli aspetti più letterari, che invece ne vengono potenziati: l’intera sceneggiatura è infatti basata sui versi originali dell’opera, che da soli (mediante un’attenta selezione) costituiscono la struttura narrativa degli episodi. Il Purgatorio, in particolare, celebra la lettura del poema nei dettagli, ricavati da uno studio accorto delle terzine, con perizia filologica nelle ricostruzioni: non solo i personaggi e gli ambienti, ma anche le allegorie, le direzioni, le ore del giorno, la luce. A raggiungere talvolta toni epici (a supporto del valore universale del poema) è la musica, scandita dal ritmo degli endecasillabi, cucita sartorialmente sulle scene e declinata secondo le innumerevoli sfumature emozionali della varietà purgatoriale: serenità, speranza, dolore, nostalgia.

Ad un contenuto così saldo corrisponde un linguaggio innovativo, che individua nella Realtà Virtuale la sua massima espressione.

L’operazione “dantesca” apre così le porte a nuove riflessioni, che guardano non solo al mondo del cinema, ma anche a quello della didattica. Coinvolgimento ed emozione rappresentano gli elementi fondanti dell’apprendimento, e l’impiego di strumenti di realtà estesa (XR) in contesti scolastici può senza dubbio costituire, in un vicino futuro, un potente mezzo a sostegno dell’istruzione.

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ETT crea esperienze uniche integrando design, storytelling e tecnologia all’avanguardia, per creare connessioni tra luoghi e persone attraverso esperienze immersive. Progetta sistemi di informazione, crea e gestisce grandi quantità di dati provenienti da fonti complesse.
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Alessandro Cavallaro – Content Curator e Digital Storyteller
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