Adattarsi al cambiamento del mondo del lavoro e concepire i nuovi approcci aziendali
Per adattarsi al cambiamento del mondo del lavoro e concepire i nuovi approcci aziendali è necessario agire sulla formazione acquisendo nuove competenze.
Il concetto di employability, in italiano occupabilità, risponde esattamente a questa esigenza.
Esso definisce una metodologia atta a comprendere le competenze attuali dei lavoratori per fare in modo che sviluppino nuovi set di abilità – hard skill o soft skill – che si adattano ai cambiamenti del mondo del lavoro.
Oggi le priorità riguardano lo sviluppo delle competenze mettendo al centro dell’agenda il tema della formazione, anch’essa fortemente impattata e rinnovata negli ultimi mesi, per essere efficace anche in modalità virtuale e per soddisfare le nuove esigenze delle persone, come dimostra la tendenza al microlearning.
Una formazione costante (life-long learning) permette infatti ai dipendenti di mantenere la propria posizione lavorativa per il maggior tempo possibile, garantendo loro un upskilling delle proprie competenze continuo e una qualifica sempre maggiore nel proprio ruolo. Inoltre, consente di avere un approccio dinamico nei confronti delle abilità lavorative richieste, per esempio in fase di assunzione, e permette agli inoccupati di acquisire nuove competenze in linea con il loro background formativo e adattabili alle richieste del mercato.
Supportare le persone attraverso il wellbeing e fornire strumenti tech e formazione su soft skill per affrontare al meglio il new normal, per organizzare al meglio il proprio tempo, aumentare la produttività e concorrere al raggiungimento di obiettivi sempre crescenti. Spingendo molto sulla unstructured learning, ossia la formazione attraverso letture, webinar, forum, confronti con persone dentro e al di fuori dell’organizzazione aziendale.
Per affrontare al meglio l’equilibrio tra vita privata, lavorativa e formativa, in termini anche di home working, flessibilità e supporto al dipendente, si stima che nel 2022 i budget dedicati alla formazione e allo sviluppo del personale aumenteranno del 92% (secondo la ricerca internazionale Global HR condotta in 21 paesi, compresa l’Italia, da CoachHUB).
In risposta alle contingenze che modificano inevitabilmente e rapidamente il mondo del lavoro, arriva in aiuto la tecnologia, sia nell’ottica di opportunità di apprendimento creativo sia dal punto di vista dell’intermediazione tra agenzie del lavoro, candidati e imprese. In particolare, il settore digitale è destinato ad attrarre sempre più profili junior.
Nel caso delle piattaforme di employability si parla di vere e proprie palestre digitali.
L’intelligenza artificiale e i dati degli utenti permettono infatti all’algoritmo di tali piattaforme di creare percorsi di formazione customizzati ad un target prettamente eterogeneo di lavoratori. Tali percorsi prevedono una fase di studio dei profili e dei cv per orientare meglio la formazione degli utenti, fino ad arrivare agli obiettivi prefissati o, in alcuni casi, anche per ridefinire il futuro del lavoratori secondo i trend di mercato.
L’autovalutazione in questo processo è fondamentale e permette alle persone di essere più consapevoli delle proprie doti professionali e dei propri limiti. Allo stesso tempo, le piattaforme di employability garantiscono il monitoraggio di tutti i settori professionali, per capire se questi si stanno evolvendo o se sono in una fase di stallo.
La trasformazione digitale in corso comporterà una profonda automazione dei processi: in questo contesto, solo un capitale umano adeguatamente formato e preparato ai cambiamenti permetterà ad aziende e professionisti di mantenere un alto livello di competitività e di posizionarsi agevolmente nei settori di competenza.
a cura di Raffaella Padula e Barbara Grossi
Barbara Grossi, Corporate Training Manager